freelance (ongoing)
21 images Created 4 Nov 2021
FREELANCE, UNA RICERCA PER IMMAGINI
Frammenti di lavoro fra intraprendenza e precarietà
La figura del/la freelance è stata associata per lungo tempo alla possibilità di viaggiare, costruirsi percorsi lavorativi e sociali alternativi, lavorare quando e dove si preferisce, trovare uno spazio di senso nella moltitudine. Una situazione che è parsa incline alle professioni artistico-intellettuali (ma non solo) all'interno di un mercato del lavoro, quello degli ultimi decenni, in costante fermento. L'immaginario ed il linguaggio con cui si interpretava il lavoro, almeno nello scorso secolo -quello breve, stava cominciando a mutare.
Il/la freelance riflette appieno la centralità assunta dall'individuo in epoca recente: si intende così spesso, in ambito lavorativo, quel soggetto straordinario che nel costruirsi fama e contatti riesce nello stesso tempo a tener fede alla propria vocazione. Si tratta dell'immaginario che fonda le sue radici nei vorticosi anni '80 e che ha informato infanzia ed adolescenza di una generazione -i millennials- ma che più in generale incontra ampie fette della società. Da qui sono emerse narrazioni di favolosi imprenditori di se stessi e di esotici nomadi digitali ovvero di individui che ce l'hanno fatta.
Tuttavia, flessibilità non sempre significa autonomia. Autonomia infatti implica una condizione di scelta di mezzi e di fini; flessibilità, viceversa, può significare reperibilità costante, concorrenza a ribasso, rapporto di dipendenza dai committenti mascherata da autogestione. È una condizione di infinita e instabile progettualità, dove ognunə è spinto a curare ogni aspetto della propria vita e dove il confine fra tempo di lavoro e tempo di vita privata diviene labile.
Nel corso degli anni lo status del freelance è si è progressivamente allargato a figure professionali prima inquadrate come dipendenti. Ciò è segno di una richiesta di flessibilità in crescita ed ha come conseguenze, fra le altre, un'ulteriore frammentazione sociale e un'incertezza che grava sempre di più sul lavoratore. Freelance è, in questo senso, un altro dei termini principali della nostra modernità liquida socio-politica che, essendo usato per descrivere professioni molto diverse tra loro, finisce per abbracciare con difficoltà di ciò che intende perimetrare. Una condizione, quindi, di non facile definizione sociologica e poco rappresentata nella sua fenomenologia.
La volontà di questa ricerca è quella di confrontarsi con alcune storie di freelance, di questa classe eterogenea e sfaccettata. Dal punto di vista visivo oggi c'è una tendenza alla sotto-rappresentazione del mondo del lavoro: i/le freelance sono piuttosto inclini ad una lettura di se stessi che mette in rilievo soprattutto le luci piuttosto che le ombre della propria attività. Il progetto vuole raccontare entrambe gli aspetti, facendo emergere la complessità del contrasto.
Il progetto è tutt'ora in corso: sono alla ricerca di volontariə per approfondirlo.
Frammenti di lavoro fra intraprendenza e precarietà
La figura del/la freelance è stata associata per lungo tempo alla possibilità di viaggiare, costruirsi percorsi lavorativi e sociali alternativi, lavorare quando e dove si preferisce, trovare uno spazio di senso nella moltitudine. Una situazione che è parsa incline alle professioni artistico-intellettuali (ma non solo) all'interno di un mercato del lavoro, quello degli ultimi decenni, in costante fermento. L'immaginario ed il linguaggio con cui si interpretava il lavoro, almeno nello scorso secolo -quello breve, stava cominciando a mutare.
Il/la freelance riflette appieno la centralità assunta dall'individuo in epoca recente: si intende così spesso, in ambito lavorativo, quel soggetto straordinario che nel costruirsi fama e contatti riesce nello stesso tempo a tener fede alla propria vocazione. Si tratta dell'immaginario che fonda le sue radici nei vorticosi anni '80 e che ha informato infanzia ed adolescenza di una generazione -i millennials- ma che più in generale incontra ampie fette della società. Da qui sono emerse narrazioni di favolosi imprenditori di se stessi e di esotici nomadi digitali ovvero di individui che ce l'hanno fatta.
Tuttavia, flessibilità non sempre significa autonomia. Autonomia infatti implica una condizione di scelta di mezzi e di fini; flessibilità, viceversa, può significare reperibilità costante, concorrenza a ribasso, rapporto di dipendenza dai committenti mascherata da autogestione. È una condizione di infinita e instabile progettualità, dove ognunə è spinto a curare ogni aspetto della propria vita e dove il confine fra tempo di lavoro e tempo di vita privata diviene labile.
Nel corso degli anni lo status del freelance è si è progressivamente allargato a figure professionali prima inquadrate come dipendenti. Ciò è segno di una richiesta di flessibilità in crescita ed ha come conseguenze, fra le altre, un'ulteriore frammentazione sociale e un'incertezza che grava sempre di più sul lavoratore. Freelance è, in questo senso, un altro dei termini principali della nostra modernità liquida socio-politica che, essendo usato per descrivere professioni molto diverse tra loro, finisce per abbracciare con difficoltà di ciò che intende perimetrare. Una condizione, quindi, di non facile definizione sociologica e poco rappresentata nella sua fenomenologia.
La volontà di questa ricerca è quella di confrontarsi con alcune storie di freelance, di questa classe eterogenea e sfaccettata. Dal punto di vista visivo oggi c'è una tendenza alla sotto-rappresentazione del mondo del lavoro: i/le freelance sono piuttosto inclini ad una lettura di se stessi che mette in rilievo soprattutto le luci piuttosto che le ombre della propria attività. Il progetto vuole raccontare entrambe gli aspetti, facendo emergere la complessità del contrasto.
Il progetto è tutt'ora in corso: sono alla ricerca di volontariə per approfondirlo.