on balkan route
14 images Created 20 Feb 2016
Il metodo scelto per realizzare queste immagini è stato concepito a monte del viaggio stesso. L'idea è stata quella di realizzare dei ritratti di migranti, in piedi e su sfondo neutro – possibilmente bianco. Per raggiungere questo scopo è stata fondamentale la presenza di tende e container abitabili. Dalla seconda metà del 2015, quando il flusso dei migranti è aumentato massicciamente, in Macedonia e Seria -i due stati percorsi per il reportage- sono infatti sorti numerosi centri di transito e di accoglienza nei punti più sensibili, in particolare prima e dopo le frontiere.
La presente gallery è costituita da immagini di singoli e gruppi ritratti a varie distanze. La scelta dei piani di ripresa è stata influenzata dalle necessità incontrate sul campo, ma soprattutto da una precisa volontà estetica, conseguenza dell'incontro con le persone intervistate. Viene così posto l'accento sulle espressioni, sui voti e sui gesti, cercando di creare e cogliere un momento riflessivo, per quanto breve. Lucidità frammista alla tempesta del viaggio. Lasciare che siano le persone, messe in posa e decontestualizzate, a scegliere come apparire.
L'intento autoptico è stato chiaramente influenzato dalle condizioni in cui venivano ad essere realizzati i ritratti. Una somma di azioni comunemente normali -raggiungere il luogo dello scatto, suggerire la posa ed attendere la realizzazione delle fotografie- si è trasformata talvolta in una prassi stressante e dolorosa per i soggetti coinvolti. I casi più evidenti sono stati quelli di madri incinte, con bambini disabili o passeggini o quelli in cui i soggetti ritratti erano obbligati da condizioni atmosferiche avverse.
La scelta dei soggetti da ritrarre è stata dettata principalmente da due macro-temi: i ricongiungimenti famigliari, ovvero donne e bambini che viaggiano per raggiungere il marito che è giunto in Europa in precedenza e gli uomini soli, bloccati alle frontiere perché di nazionalità non accettata (secondo le ultime volontà dei differenti stati e della conseguente mancanza di una politica estera europea comune). Ci sono tuttavia fotografie che esulano da queste due “categorie”.
La presente gallery è costituita da immagini di singoli e gruppi ritratti a varie distanze. La scelta dei piani di ripresa è stata influenzata dalle necessità incontrate sul campo, ma soprattutto da una precisa volontà estetica, conseguenza dell'incontro con le persone intervistate. Viene così posto l'accento sulle espressioni, sui voti e sui gesti, cercando di creare e cogliere un momento riflessivo, per quanto breve. Lucidità frammista alla tempesta del viaggio. Lasciare che siano le persone, messe in posa e decontestualizzate, a scegliere come apparire.
L'intento autoptico è stato chiaramente influenzato dalle condizioni in cui venivano ad essere realizzati i ritratti. Una somma di azioni comunemente normali -raggiungere il luogo dello scatto, suggerire la posa ed attendere la realizzazione delle fotografie- si è trasformata talvolta in una prassi stressante e dolorosa per i soggetti coinvolti. I casi più evidenti sono stati quelli di madri incinte, con bambini disabili o passeggini o quelli in cui i soggetti ritratti erano obbligati da condizioni atmosferiche avverse.
La scelta dei soggetti da ritrarre è stata dettata principalmente da due macro-temi: i ricongiungimenti famigliari, ovvero donne e bambini che viaggiano per raggiungere il marito che è giunto in Europa in precedenza e gli uomini soli, bloccati alle frontiere perché di nazionalità non accettata (secondo le ultime volontà dei differenti stati e della conseguente mancanza di una politica estera europea comune). Ci sono tuttavia fotografie che esulano da queste due “categorie”.